martedì 29 gennaio 2008

La corda dell'annegato




A Bologna, in questi giorni, c’era la fiera delle cose artistiche, che si chiamano così perchè dovrebbero essere almeno un pò più belle di quelle normali. Del tipo che se ti metti a sedere su di una sedia normale nemmeno ci fai caso, mentre su di una sedia artistica quasi ti dispiace metterti a sedere, che lì ci sono delle questioni di bellezza e valori aggiunti che vengono a galla.
Infatti sulle sedie di mia sorella che sono trasparenti e artistiche non mi metto quasi mai a sedere, piuttosto mi metto sul divano. E poi la mia schiena non ama le trasparenze e soprattutto la bellezza scomoda.
Oh, io sarò fatto male, ma tutta questa bellezza, lì alla fiera, non l’ho vista. Sì, qualcuno, ma giusto qualcuno. E’ che manca la sincerità. Di fondo manca la sincerità e quindi la profondità. E le cose che stanno sulla superficie sono un pò amare, solitamente.
Anche l’ultima volta che sono stato a Venezia, dove c’era questa cosa che è la Biennale d’architettura, era più sincero il fuori che il dentro. E per fuori intendo la città di Venezia, e nello specifico l’Arsenale e le Corderie.
Ecco, un edificio bello come le Corderie mi lascia sempre stupefatto e poi, se penso che li dentro ci facevano le corde per le navi, capisci anche che c’è della profondità in un edificio così, che far le corde con perizia per secoli non è mica una roba da poco. Sì, con i miei amici abbiamo discusso delle cose organiche di Calatrava o degli interventi di Rafael Moneo alla Giudecca ma così, per dire. Mica perchè ci credevamo veramente. E poi non c’era nemmeno un plastico degli architetti che secondo me fan le cose belle.
E allora mi sono stancato presto, e visto che lì nell’Arsenale c’erano dei camminamenti nell’acqua, e in questi camminamenti c’erano dei pannelli con dei progetti, mi sono infilato per questi camminamenti; poi in fondo ai camminamenti c’erano dei cubetti di legno e mi ci sono seduto sopra. E lì da quei cubetti c’era una vista indescrivibile, che da in mezzo all’acqua abbracciava tutto l’Arsenale. Poi è arrivata una signorina con una targhetta dicendomi di alzarmi, che lì non si poteva stare, che era pericoloso e potevo cadere in acqua. Ho fatto lo sguardo seduttore e ho detto che la pelle me la giocavo io, ma non c’è stato niente da fare. E le persone lì intorno han cominciato a ridere, e quasi avrei voluto chiedere che cos’è che avevano da ridere.
Poi tornando indietro ci siam fermati al mercato del pesce di Rialto, che con quella luce lì della sera...
Ecco, voi ditemi un mercato del pesce più bello di quello di Rialto (Desa e Prescia salteran su con Palermo...che però, prima di dire, dovrebbero considerare bene quello di Rialto, e poi è così bello che la Vanessa Beecroft ci fa le installazioni, poi è vero che Jenny Saville si è trasferita a Palermo, ma mica abita al mercato).
...E’ proprio questione di spazi, di luce, di acqua...non ce n’è, per gli altri non ce n’è.
Poi perder del tempo seduti sulle panchine che guardano la Giudecca, quelle che stanno su Riva dei Partigiani (che già questo depone a loro favore), è un perder del tempo che val la pena perderlo. Uno va a fare un giro ai giardini della Biennale e poi si mette a sedere lì, così, come se pensasse. E infatti a me, quando son lì, mi vien sempre da pensare che cosa pensano quelli che abitano nella Venezia finta (tipo S.Giorgio, Giudecca...) di quelli che abitano nella Venezia vera. Se per caso si sentono figli di un dio minore. Un giorno mi sa che glielo chiedo.
Io in quelle città giovani e dinamiche come le carte di credito (tipo Londra, Milano, Barcellona –no, forse a Barcellona ci abiterei, ci devo pensare bene-, Parigi, N.Y....) non ci abiterei tranne che in orizzontale, mentre a Venezia ci abiterei. Lo so che a Venezia in estate hai la sensazione di prendere il colera da un momento all’altro (almeno per me) e in inverno diventi così triste che vorresti affondare nella laguna. Ma Venezia mi si confà...ma anche città tipo Genova, Marsiglia...ecco, col mare e le strade strette, sacrificate...però Venezia di più, che c’ha dei valori aggiunti che vi dico un’altra volta perchè ora ho sforato. Ma Venezia di più, sì.
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p.s.
Anja, non t'arrabbiare...che con quelli che abitano a Milano non c'ho mica niente...era così per dire, per scherzare...






domenica 27 gennaio 2008

Un Olocausto è per sempre

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
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Le parole da aggiungere sono poche, quasi nessuna.

Ma se le nostre memorie saranno troppo rattrappite, se ai nostri figli non insegneremo il ricordo, se il dolore e l'orrore non coglieranno i nostri occhi alla vista di quelle immagini legate a queste parole...che i versi finali di Primo Levi ci sorprendano nella dolcezza del sonno...che la casa ci si sfaccia, che la malattia ci impedisca, che i nostri nati torcano il viso da noi, che la nostra anima ci abbandoni e resti solo un numero a ricordarla.



sabato 26 gennaio 2008

La riproduzione dei rumori e la fintezza dell'amore

Ho la convinzione, che quando viene l’inverno, il mio cervello subisce una frenata. Dipende dagli inverni ma ci sono casi in cui la frenata può essere anche brusca. E la minima cosa che mi metto in testa è di non essere capace di tirare fuori dei pensieri uguali a quelli dell’estate. Allora l’altro giorno, e anche con un pò di sorpresa essendo un pensiero invernale, mi è venuta questa idea da spaccare i muri da quanto era da urlo. Un pò mi scoccia dirvelo perchè non l’ho ancora brevettata, però non resisto. In pratica mi è venuto in mente di costruire una scenografia di suoni, tipo rumori estivi, per riprodurre la tipica giornata di un giorno d’estate. Così ho scaricato da internet dei rumori che non pensavo nemmeno esistessero su internet. Dei rumori tipo il casino che fanno le cicale in estate, o il casino che fanno le rane d’estate, o lo sfrondìo del vento del sud carico di sabbia tra gli aghi di pino dei pini che stanno qui fuori casa mia; e, insomma, tutti rumori così, di questo tenore. Poi, qui nelle casse del computer, ho messo i grilli, nelle casse dello stereo grande, ho messo le rane, in quelle dello stereo piccolo, gli uccellini del mattino (tipo passerotti, fringuelli...), nelle casse della televisione ho messo il vento, nel lettore mp3 ho messo l’acqua del fiume. Poi ho alzato il riscaldamento e mi sono messo in mezza manica. E le mie gatte, quando han sentito tutti questi stimoli sonori, si sono messe sull’attenti e hanno strabuzzato gli occhi perchè loro ai fringuelli non resistono. Che come paradiso artificiale è anche venuto bene, ma la mia testa deve avere fiutato l’inganno perchè ha prodotto un unico pensiero che non era neanche un granchè. Era un pensiero sulla fintezza dell’amore. L’altro giorno un mio amico mi ha detto di essere quasi innamorato di una ragazza della Romania e a me spontaneamente mi è venuto di metterlo in guardia sulla fintezza dell’amore. Solo che lui, che ha un cervello funzionante anche nei mesi freddi, ha pensato di non ascoltarmi e di vivere il suo amore così come veniva. Infatti, alla fine, io mi sono vergognato del mio razzismo sentimentale ma gli ho detto che non era colpa mia; ma del freddo.

giovedì 24 gennaio 2008

Ciao Bulow

L’altro ieri è morto Arrigo Boldrini, che poi, per noi di Ravenna, era semplicemente Bulow. Comandante della 28° Brigata Garibaldi “Mario Gordini”, eroe della Resistenza, dopo l’8 settembre ha organizzato la guerra partigiana nella pianura attorno a Ravenna, ha impedito il bombardamento della città da parte degli alleati liberandola da quelle simpatiche persone che erano i nazi-fascisti, è stato senatore della Repubblica e molte altre cose.
Io, che sono stato un bambino comunista, Bulow l’ho visto tante volte e ogni volta con gli occhi pieni di meraviglia. Alle manifestazioni del 25 aprile, o alle feste dell’unità, o quando si passava davanti alla sua casa vicino al Duomo il mio babbo mi diceva: “Guarda c’è Bulow” e io c’ho messo tantissimo ad inquadrare quell’omino piccolo con lo sguardo scuro e determinato. E’ che era troppo piccolo per essere un eroe, e forse troppo vecchio.

Ho una insana passione per la storia della Resistenza, della mia regione in particolare, e l’unica tessera politica che possiedo è quella dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani)...ah, la porto con molto orgoglio. E’ che a volte quei libri pieni di considerazioni filosofiche e prospettive esistenziali che la gente usa come indirizzo di vita (tipo Siddartha o libri così) possono essere sostituite da cose più leggere e con meno pagine, tipo la tessera dell’Anpi (almeno per me, e uno è sempre più di zero...). Ho messo questa foto di Bulow in mezzo ai bambini perchè quello è il posto in cui devono stare le persone come lui, che i grandi c’han la testa troppo dura. Il mio 25 aprile, negli ultimi anni, lo passo in bicicletta lungo i fiumi della mia Terra. Ogni tanto mi fermo in un posto dove è stato versato del sangue per liberarla, che sia una stele, un cippo o qualunque altra cosa. E faccio dei pensieri in mezzo ai grilli e al silenzio. Quest’anno uno sarà anche per te.
Ciao Bulow.

lunedì 21 gennaio 2008

Johnson il farmacista

Questo post lo scrivo per dire che l'amicizia è strana. E visto che diverse volte mi sono imbattuto nella stranezza dell'amicizia ho pensato che fosse il caso di fissarla questa cosa strana. Che se no, a volte, i concetti scappano. Io e Baol siamo amici, amici che non ci siam mai visti, ma comunque amici. E allora, forzando sul concetto, si può anche dire che siamo tipo una joint-venture...non una joint-venture di aziende, perchè io e Baol non siamo delle aziende, ma una joint-venture di esseri umani. Una joint-venture che si basa sul niente, ma pur sempre una joint-venture. E per come la vedo io, in un consorzio di persone fatte con la carne e con le ossa, le cose le si deve dire in faccia senza tante remore. Solo che Baol, l'altro giorno, salta fuori dicendo che io e lui c'abbiamo un manager che si chiama Johnson. Io, all'inizio, pensavo che fosse quello del baby shampoo (da piccolo usavo quello giallo, poi quando han buttato sul mercato quello rosa-soft son diventato grande). Invece no, era un altro. Questo qui si chiama Johnson il Farmacista. Allora mi sono inca**ato un pò e ho detto a Baol che contro Johnson il Farmacista non c'ho niente, però le cose potrebbe anche dirle prima. E lui ci è rimasto un pò secco e per giustificarsi ha detto che Johnson il Farmacista è un bravissimo manager e che ha dei contatti anche in India. A me, questa cosa dell'India, mi è parsa un pò strana anche se, tendenzialmente, di Baol mi fido. E adesso ho il problema di dovermi presentare a Johnson il Farmacista, che io a presentarmi alla gente non son tanto bravo. Così ho pensato di scrivere questo post risolutivo. Infatti un pò è scritto per l'amicizia e un pò è scritto perchè Baol lo legga e vada a dire a Johnson il Farmacista che ho scritto un post che porta un titolo col suo nome in modo tale che venga Johnson a presentarsi e non io. Poi, niente. Visto che adesso sto via un pò di giorni e non ci sarò, voglio dire a Baol e Johnson che di andare a fare delle presentazioni a Bombay non se ne parla. Ma proprio per niente. Se vuole ci va Baol a Bombay, non io.
E' che il caldo umido a me m'ammazza. Per dire, quando sono stato in Nord Africa, mi ha ammazzato il caldo secco, figuriamoci il caldo umido. Ecco, al limite al limite, se a Bombay vado, l'Imodium lo mette Johnson visto che è il farmacista (sperando che questo sostantivo aggettivato indichi proprio quello che dà via le medicine). Io per l'Imodium non tiro fuori un euro, che sia chiaro.
Ben, adesso vado. Ciao.

sabato 19 gennaio 2008

Io, qui, c'ho tipo una notte bianca

Vi avverto subito che le parole che seguono son più scassate del solito, è che le ho scritte coi pestoni sotto gl'occhi

Io adesso qui non so come fare, perchè sono ormai le quattro e non riesco a dormire. E ogni tanto questa cosa del non dormire mi succede, questo sonno che non viene mi dà fastidio ma tanto non viene e quindi m’invento delle cose per non pensare. E la cosa migliore per non pensare è leggere dei pensieri fatti bene, che han scritto degli altri ma almeno non sono i tuoi (che se fossero i tuoi non dormiresti ancora di più...forse, addirittura, non dormiresti mai più). E niente, quando è notte mi vengon anche delle rime nelle cose che scrivo ma voi non fateci caso perchè non sono intenzionali, anzi son proprio casuali (avete visto che anche adesso c’ho fatto la rima...è così, di notte non mi salvo). Allora oggi la mia salvezza è stata che è arrivato il pacco dell’Ibs e io quando arriva il pacco dell’Ibs lo assalgo perchè son curioso di leggere dei pezzi in qua e in là dei libri che ho ordinato. E allora, per primo, ho cercato L’oro in bocca di Alice, ma quei disastri dell’Ibs me l’hanno depennato perchè non era ancora disponibile e così son rimasto senza e adesso l’ho già riordinato insieme a quello di Lb. Bene, era solo per dire che ho cominciato altri quattro libri oltre ai nove che sono sulla scrivania. Adesso di segnalibri non ne ho davvero più ma fa niente (ah, di notte non metto la punteggiatura...o comunque ne metto poca; anche di giorno non la metto ma di notte di meno). E nella fattispecie son due quelli che proprio ho per le mani adesso...Roma di Ugo Cornia e Siam poi gente delicata di Paolo Nori. Adesso, che Paolo Nori è bravo si sa e dopo di questo me ne manca solo uno dei suoi da leggere (Bassotuba non c’è) però, se proprio vi devo dire io, per Ugo Cornia c’ho una preferenza. Solo che in questo qui che sto leggendo c’è stata tipo un’involuzione, come se qualcuno gli avesse detto di bonificare il linguaggio. Il bello di Ugo Cornia è che c'aveva questo linguaggio che partiva storto per arrivare dritto (a volte restava proprio storto e basta). Adesso è un pò troppo dritto. Ci sono ancora degli spazi di una bellezza sconvolgente ma sono in qua e in là e bisogna cercarli. Una cosa che mi ha fatto piangere dell’inizio di Roma è che lui se ne andava in giro per Modena a distribuire dei certificati elettorali, poi è arrivato in un posto dove c’era della gente seduta fuori che giocava a carte, tipo una festa di paese, e quando han visto che era l’omino dei certificati elettorali gli si son fatti intorno e gli hanno offerto del vino. Poi quando ha tirato fuori i certificati e ha detto che si doveva firmare per il ritiro, i vecchietti gli han detto se si vinceva qualcosa con quel firmare e con quel certificato. E chi vive in Romagna o in Emilia lo sa benissimo che i vecchietti chiedono sempre questa cosa del vincere se te gli dai qualcosa o gli fai firmar qualcosa. Anche i miei nonni facevan così. E allora mi son messo a piangere (un pò anche perchè gli occhi mi bruciano dalla notte bianca). Ecco da ultimo vi dico che va bene comprare i soliti Baricco, Ammaniti e compagnia...ma ci son anche autori che meritano se non di più almeno uguale (per me di più...se proprio devo dire io)...insomma, sti qui tipo Cornia o Nori comprateli che son gente delicata.
(Sì ma comprate anche Alice e Lb che sono ragazze altrettanto delicate se non di più, per me di più se proprio devo dir io...)

sabato 12 gennaio 2008

Una specie di augurio, pieno di speranza, di grazia, di leggerezza e di altre cose che vi dirò quando mi verranno in mente

A casa mia non ho abbastanza segnalibri carini e devo strappare dei fogli di carta per ricordare il punto in cui sono arrivato a leggere. Ho una specie di sindrome che mi fa cominciare i libri ma non me li fa finire, e così adesso ho nove libri che stanno su una pila e non so se li finirò mai. Il post che dovevo scrivere era su uno di questa specie di segnalibri, che nella fattispecie è un biglietto di un concerto dei Radiohead di dieci anni fa, e, siccome al concerto son già stato, adesso quel biglietto ha il valore della carta da buttare nel macero, tipo di quella carta che il macellaio usa per avvolgerci la carne che perde il sangue. Mi è sembrato una bella cosa dare al biglietto dei radiohead la possibilità di cominciare una seconda vita da segnalibro. E’ come dire a tutti che nella vita c’è sempre una speranza e una possibilità per ricominciare. E’ che a me piace il cinema e allora ogni tanto mi piace pensare queste cose. Insomma, avrei dovuto ma ora non posso. Adesso non mi riesce di parlare di segnalibri perchè stasera sono andato a comprarmi un crescione dalla mia piadinara di fiducia e quando sono entrato sotto il teloncino di plastica per non bagnarmi ho visto che parlava con un signore e ho capito che aveva intenzione di mettere in vendita il baracchino delle piadine. E allora quando il signore se ne è andato l’ho un pò aggredita per sapere se era vero che voleva vendere, e, se era vero, perchè voleva vendere...e che l’avrei ritenuta direttamente responsabile di tutte le cattive piadine che avrei mangiato in un futuro senza di lei. E poi le ho detto anche altre cose che non ricordo. Allora lei ha cominciato a dirmi delle cose che non capivo e che poi ho capito. Non erano tanto belle e dopo un pò, anche se la sua faccia era normale, negli occhi è spuntata dell’acqua salata. Tipo un piccolo mare. Come se uno avesse un mar morto negli occhi. E se te metti un uovo nel mar morto lui sta a galla da quanto sale c’è. Mi ha detto che fin da piccola il suo corpo produce del calcio in più e le si formano delle specie di ossa che non dovrebbero formarsi. E questa volta, l’osso in più, le si è formato dentro la testa. La devono operare e non si sa come andrà a finire. E allora adesso vende tutto. Mi son mancate le parole per dirle delle cose di conforto, tranne in bocca al lupo. Lei ha detto:”Speriamo che il lupo muoia” e ci siamo messi a ridere. Poi mi sono accorto che mentre stendeva le piadine col mattarello mi diceva in qua e in là dei segreti sul come si fa a fare la piadina buona. Come se non mi volesse lasciare a mani vuote, come se mi volesse mettere in grado di farmela da solo la piadina nel caso che non trovassi il degno sostituto. E allora due di questi segreti li condivido anche con voi, ma solo due, che gli altri li tengo per me. Uno è che il lievito va sempre comprato sigillato in piccolissime quantità e l’altro è di usare solo il sale grosso delle saline di Cervia. In questo modo la piadina sarà bella grossa e bella soffice. Ho un bel rapporto con la mia piadinara anche se io sono uno che parla poco. Sono un romagnolo atipico mentre lei è una romagnola tipica e parla anche per me. E poi abita in un posto che a me piace un sacco, ed è vicino a Brisighella, lì dove comincia la salita per monte Mauro. Son posti che faccio in bicicletta e che quindi non posso che amare; è che la mia bicicletta mi fa amare tutti i posti che attraverso con lei, diventano tipo percorsi dell’amore e della bellezza quelli che faccio con la mia bici. E, per dire il feeling che c’è con la mia piadinara, lei da giovane andava in bicicletta e poi quando le sono nati i figli li ha iscritti in una squadra di ciclismo e quando si dovevano allenare, visto che erano piccoli, lei andava a fare i percorsi in bicicletta con loro. E la figlia l’ho anche conosciuta perchè all’inizio faceva le piadine anche lei. Ed era bellissima. Non vi spiego il mio concetto di bellezza ma se vi dico che era bella dovete fidarvi. Io quando parlo di bellezza sono sui generis, del tipo che non mi fido mai dei canoni degli altri ma mi fido solo dei miei. Per me vale quella storia della prima impressione. E’ come se alle cose facessi una foto polaroid e solo di quella mi fidassi. Insomma, questa ragazza aveva il sorriso con la luce e per me questo basta e avanza. Ed era una ragazza romagnola tipica, come sua madre. Parlava sempre e poi in mezzo alle parole ci metteva un sorriso (uso l’imperfetto ma lei è viva e vegeta...è che per me vale solo il tempo dei miei occhi...quello che vedono è il presente e quello che non vedono è il passato o l’imperfetto o forse il futuro, forse). E allora quando andavo lì (e ammetto che nel periodo in cui c’è stata lei andavo con una frequenza che poi non ho più avuto...però la colpa non era mia ma del suo sorriso luminoso)...ecco, sì, dicevo...quando c’era lei io andavo lì e lei mi indicava gli alberi, visto che nel cortile della piadineria c’era un olmo, un pioppo e un gelso che adesso si è seccato. E visto che io amo gli alberi romagnoli ascoltavo molto volentieri quello che raccontava. Eran tutte cose sulle malattie degli alberi e sui tempi di fioritura degli alberi. No, niente, è che in quel periodo, all’università, stava studiando per l’esame di botanica e di alberi se ne intendeva tantissimo. Così io stavo un pò girato verso gli alberi e poi mi voltavo e facevo delle gran bocche di meraviglia per farla ridere, anche se non ce n’era bisogno perchè lei rideva benissimo da sola. Ecco, solo per dire tale madre e tale figlia e che a volte la continuità è una bella cosa.
....Poi ha finito di cucinare il crescione e me lo ha messo in un sacchetto e quando è stato il momento di pagare mi sono accorto che avevo pochi spiccioli e cinquanta euro attaccati. Così mi è rimasto un debito di un euro e le ho promesso che quell’euro lo avrei portato in bicicletta fin su a monte Mauro per saldare il mio debito...e la piadinara si è messa a ridere. Lo so che l’ho tirata un pò lunga ma io non son bravo a dire le cose dirette; l’importante è che si sia capito che questo post è una specie di in bocca al lupo per quella signora lì, quella che fa le piadine buonissime, che va in bicicletta con i figli, che mi dice i segreti delle piadine, che abita in un bellissimo posto in collina che ci si va solo con la jeep e con la panda 4x4 e che ha una figlia con un incredibile sorriso luminoso che conosce vita morte e miracoli degli alberi di Romagna.


Ora è venuto il momento della smematura, simile alla svinatura (che qua in romagna si fa sul finir d’ottobre) e alla maialatura (che qua in romagna si fa sul finire di dicembre).
E niente...se le ricordo tutte, quelle che mi hanno incoscentemente nominato sono le seguenti persone, meravigliose e dai sorrisi luminosi: Alice (io il libro lo aspetto ma qui non arriva....ehi voi! Comprate L’oro in bocca...quello qui a fianco!), Desaparecida, Dressel, Maricri (che mi dice sempre cose di una tale bellezza che io non so come fare a sdebitarmi...), Laura, Guernica, Inenarrabile (che io starei sempre sul suo blog ad ascoltare la marcia turca e a vedere la signorina che cammina per la strada dove due persone si baciano)...e credo qualche altra persona un pò di tempo fa, anche se poi io, nella mia irresponsabilità, ho lasciato cadere nel dimenticatoio. Un giorno pagherò per tutto questo.
Ho deciso di fondere tutti questi meme in uno solo e di nominare cinque blog che amo parecchio. Lascio fuori per ragioni sentimentali quelli del baracchino (Baol, Anja, Amaracchia, Desa...che per me sono sempre da primo premio...ma proprio sempre) e le signorine che mi hanno nominato (e anche qui, per Alice, devo dire qualcosa...insomma, come ha scritto lei, ormai siamo legati quasi indissolubilmente...e niente, sta ragazza la stimo parecchio. Ah, la mail la scrivo...è che volevo metterci dentro anche la recensione di Million dollar baby, forse. Però stavolta mi hai davvero detto una cosa da restarci secco. Per quello che hai scritto di me sul tuo blog non so come ringraziarti. Ci devo pensare su).
Premesso che tutti i blog inseriti nella mia lista qui a fianco hanno un piccolo orticello nel mio cuore (del tipo che lasciare fuori Artemisia o La Guressa o SoY o la Rimastanza o Prescia mi sembra un delitto)....ma uff...andate a quel paese!...io non son buono di lasciar fuori la gente...
Insomma i nominati son questi qui:



Categong:
Cate farebbe parte del baracchino solo che ha alzato una spugna, una volta, e basta. E lo ha fatto come puro gesto estetico e senza nessun fine pratico, che poi è una cosa tipica degli architetti. E poi c’ha questa cosa che è la mia blogstar preferita e quindi tendenzialmente le cose gliele perdono anche se mi da del gazzellone amoroso, è anche vero che io le do della fenicottera ma gazzellone amoroso è di una bruttezza unica. Secondo me Cate è come la sirena della polizia, non tanto per il rumore quanto per la luce sfolgorante, che se ti casca negli occhi li devi chiudere per forza. Io non l’ho mica mai vista e non le auguro nemmeno di assomigliare nel fisico a una sirena della polizia però secondo me è così. E poi, sempre secondo me, Cate c’ha la testa che scotta...del tipo che se le metti la mano sopra i capelli ti bruci e la devi togliere. Infatti nei capelli deve mettere delle lozioni con i semi di lino per rinfrescarli. E’ che pensa delle cose fuori del comune, proprio intelligenti, e allora la testa si scalda, però lei c’è abituata. Adesso fa la sirenetta in altri oceani più chic, tipo i social network, e ha lasciato noi poveracci dei blog normali da soli. Secondo me una santa non dovrebbe fare così, ma nella vita si vede anche di peggio.

Alabama:
Cosa volete che vi dica, io quando leggo i suoi post e tipo sono arrivato a metà...o vado in bagno o mi faccio la pipì addosso. E’ che le cose che scrive mi fanno ridere in quel modo che è brutto a vedersi perchè uno perde il controllo di sè e la faccia si deforma e chi entra in quel momento non ti riconosce più. E poi ha una abilità speciale che ogni volta s’inventa un nomignolo nuovo, sempre con la radice Kab, ma sempre diverso ogni volta. E io non ho ancora capito come fa. Tenete conto che vive in mezzo agli jappi, che poi sono i giapponesi, e anche se ci provano non riescono a piegarla nemmeno un pò e, anzi, secondo me è più romana di quando è partita.

Francesca:
Io sulle cose do sempre giudizi a sentimento dove la ragione c’entra poco o nulla. E secondo me Francesca è una persona piena di grazia, e quindi il suo blog è pieno di grazia. E non intendo mica piena di droga come succede nel film Maria full of grace. Intendo proprio la vera grazia, quella che ha un rapporto con la leggerezza delle cose belle. Il suo blog è talmente saturo di bellezza che quasi mi sembra troppa. E’ come entrare in un corridoio pieno di finestre, ed affacciandosi ad ognuna di queste finestre si riscopre un pezzo della propria vita (almeno questo vale per me...). E chi mi parla con amore dell’affinità elettiva tra Hisaishi, Kitano e Miyazaki mi sbrindella il cuore (a questi tre signori qui sono sensibilissimo).


Fedesottovuoto:
Se c’è una cosa che mi fa restare a bocca aperta su questo mondo è la leggerezza. E Federica, che poi è la signorina che disegna i fumettisottovuoto, ha questo dono nella mano. Io per fumetti intendo solo Charlie Brown e Mafalda, con loro son cresciuto e loro sono i miei unici amori. E per me, Schulz e Quino, sono delle persone che avevano della genialità nelle mani. E c’era anche della poesia nelle loro mani. Di un fumetto non mi interessa nè la verosimiglianza, nè il colore, nè la patinatura...Pretendo solo la leggerezza...e Fede ce l’ha.

Lb:
Perchè è la Carrie Bradshaw dei blog. Perchè mi fa ridere, mi piace il modo in cui affronta la vita, perchè le sfilo le canzoni dalla playlist...E se fosse per me le farei assegnare di diritto una goldcard per entrare a qualsiasi evento mondano, artistico o di che cavolo di natura sia. E poi, sempre se fosse per me, farei capire a quei signori che fanno le scarpe, tipo manolo Blahnik (se esiste), o le borse di muflone (tipo Gucci) che è nel loro interesse far arrivare ad Lb, comodamente a casa, le loro collezioni. Poi lei darebbe alle scarpe e alle borse il loro bel risalto negli eventi mondani e questa gente qui avrebbe tutto il loro ritorno. Ah, mi dimenticavo che la goldcard include la possibilità di accedere ai camerini delle star, così da riuscire a fare le interviste a sangue caldo.
(Ho cercato di comprare il suo libro per mail senza risultati; ora tenterò con Ibs...fatelo anche voi!)



E il premio della critica va a Madd, che non scrive facile perchè scrive fiabe per orchi...e scrive così denso che ogni volta mi invischio nelle sue parole. Ma sa scrivere, e nel suo vocabolario ce ne stanno dieci dei miei.



p.s.
Ci sono blog che leggo ma che non hanno bisogno della mia segnalazione. Però, per chi non ci sia mai passato, segnalo:
Chinasky, Elena, Eiochemipensavo, Bloggointestinale, Ninna (in particolar modo quando canta) e altri che vi segnalerò quando mi verranno in mente.