martedì 15 luglio 2008

Al di sopra delle città




Io una cosa così non potevo crederci. Nemmeno quand’ero un bambino e nemmeno quand’ero un ragazzino m’è successa una cosa così. E’ una cosa così personale e così mia che non ve la posso raccontare. Solo i confini di questa cosa posso farvi vedere. E lo faccio per voi, che nel centro di questa cosa c’è tipo il nucleo del sole e a guardare il nucleo del sole si diventa ciechi, per sempre.

Sarà stato sabato 12 luglio, non tanto tempo fa. Me ne andavo tranquillo per queste strade di collina che poi diventano strade di montagna. E all’improvviso le querce son diventate faggi. Sono arrivato dove nasce un fiume, quindi in alto. Poi sono andato anche più su, fino ad un prato dove han costruito l’hotel Paradiso. E qui ho toccato il nucleo del sole senza bruciarmi.

Nell’hotel Paradiso c’erano solo vecchietti, una ragazza che leggeva un libro e delle famiglie di roma che davano degli schiaffi ai propri bambini. E poi c’erano Franco e l’Ernesta che preparano la vera piadina romagnola. Dai faggi cadevano delle cimici nere, che se le schiacciavi morivi dal puzzo. Credo mi abbiano avvelenato il sangue quelle cimici. Da sabato 12 luglio non riesco più a dormire.

E poi ho guardato in alto e ho visto il sole tra i faggi e quindi in basso e ho visto che mi trovavo al di sopra delle città. E mi è venuto da piangere.

mercoledì 9 luglio 2008

Le tartarughe di mare

Conosco delle persone che se le guardi dentro non finiscono lì, ma hanno un buco profondo. Tutte le altre finiscono lì, ma loro no. Hanno questo buco profondo.
E’ un buco che non le fa dormire.
Le altre persone sono dei pesci, quelle con il buco profondo sono tartarughe di mare. Nuotano a lungo in profondità ma prima o poi devono tornare a galla, per respirare.
Io amo di più le persone che se le guardi dentro hanno un buco profondo. Alzano il dito per indicarmi cose che non avevo mai visto. E per questo le ringrazierò sempre.

Ci sono persone che se le guardi dentro non finiscono mai.

mercoledì 2 luglio 2008

Daje Trecciolì Daje


Volevo scrivere un post sul fatto che oggi c’è il palio di Siena ma mi è venuta una fitta di caldo alla testa ed ora ho definitivamente la testa ciondola. Allora ho cominciato a dire delle cose che mi venivano in mente dentro alla macchina fotografica. Pensavo di avere una bella voce e invece no. Ho una brutta voce.
E’ di un brutto la mia voce, diventano brutte anche le idee belle con quella voce lì. Tutte queste persone che mi dicevano te hai una bella voce, te dovresti fare una trasmissione radio, di quelle della notte, di quelle dove mettono i dj con la voce soffusa. Io poi che ci credevo, che mi son fatto una cultura di dischi jazz in vista di questa futura carriera radiofonica.
Avevo pensato anche al titolo della trasmissione, per dire.
Kaba in the night, un titolo così, per dire. Un pò magniloquente, ma chissenefrega.
Dal lunedì al venerdì, dalle undici all’una di notte. Tutto il palinsesto avevo pensato. Invece adesso sono rimasto orfano dell’idea della mia voce. Avevamo pensato di aprire una web-radio fatta di blogger. Ma adesso ho perso l’entusiasmo. Potrei collocarmi dall’1 alle 3 di notte che tanto lì non mi ascolterebbe nessuno. Tanto.
Tutti questi pistolotti che mi ero fatto su Django Reinhardt, su Keith Jarret, sulle vite maledette di questa gente del jazz...adesso cosa me ne faccio di questi pistolotti? Li butto nel cestino?
Mi è presa un’amarezza quando ho sentito la mia voce, ma un’amarezza...
Son qui dentro al sito del comune di Siena, dove l’han messo il sorteggio dei cavalli delle contrade?
Eccolo...mio cugino quest’anno deve star muto. L’istrice ha ingaggiato Trecciolino, e con Trecciolino o vittoria o morte. Quest’anno compie quarant’anni Trecciolino. Un signor fantino questo Trecciolino qui. E’ un duro, di quelli che piacciono alle donne. E’ nato nella banlieu di Siena; se è il caso di dare una frustata agli altri fantini gliela dà e poche storie. Una vergata non ha mai ammazzato nessuno, via.
All’istrice è toccato in sorte Già del Menhir, un castrone di 6 anni. Non so nemmeno che cos’è un castrone, per dire. Mi dà l’idea di un cavallo con cui si fanno le braciole, il castrone. Speriamo bene.
Magari se non riesce a battere gli altri cavalli in velocità potrebbe prenderli a spallate.
Al Montone è toccato in sorte Iolao, un castrone di 5 anni. Stà a posto pure mio cugino. Quest’anno il Montone non aveva voglia di spendere soldi nel fantino; hanno preso tal Girolamo, un esordiente. Trecciolino se lo mangia.