lunedì 23 giugno 2008

Bhèm bambini...

Bhèm bambini,
ma io in un giorno così pieno di caldo, in un giorno così domenicale, dall’aria così festiva, con delle gran farfalline del mese di giugno che piroettano nell’aria...no, ma io dico, in un giorno così bello, che ho appena finito di vedere le macchine che corrono e poi le moto che corrono...adesso, in quest’ora qui, che va dalle cinque al tramonto, con questa luce piena di umidità...
bhèm bambini,
ma io cosa faccio? Ah, io lo so cosa faccio...faccio una cosa che in due ore mi libero, una bella cosa inventata sul momento, rapida, facile da farsi che poi stasera c’è la partita...e si sa che tutti gli italiani guardano la partita, che adesso lo so che abbiam perso la partita ma prima non lo sapevo, son cose che capitano...peccato...sarà per un’altra volta. Allora niente, faccio che prendo su la mia bici nuova, una bella bici nuova color 'celeste bianchi', un bel colore che s’abbina a tutto...poi ci salgo in sella alla mia bici, una sella morbida, fatta bene, con tutti i crismi, che quando sto lì sulla mia bici mi pare d’essere in poltrona.
Bhèm bambini,
ma la bellezza delle strade di romagna alle cinque di una domenica pomeriggio, queste strade che si perdono nella campagna e poi nella collina e che si fanno sempre più piccole man mano che van su...di una bellezza peggiore del caldo afoso; ti toglie il fiato in un modo spietato, che nemmeno i caldi più cattivi riescono a fare. E tu stai lì a boccheggiare in questo mare di grano, con la tua bici color 'celeste bianchi', la tua borraccia color 'celeste bianchi'...
Stai lì, tranquillo e beato, in questa strada libera che non c’è nemmeno una macchina...ti guardi intorno, non c’è nessuno, gran grilli, gran cicale, ma di cristiani nemmeno uno. Che poi tutti gli altri cristiani sono al mare, a cercare il fresco, dicono loro. Tutta sta gente che viene giù da Bologna, da Modena, da queste città senza mare...un caos, un fitto, un rumore...tutti lì stesi, pigiati a pigliare il sole...uno stress, un’agitazione...
C’è anche il bagno dei surfisti, per dire. Che se tè sei un surfista emiliano-romagnolo vai lì in ‘sto bagno e non ti senti più solo. Non ti senti più un’anima persa. Ah, io me lo sono sempre chiesto cosa fanno i surfisti emiliano-romagnoli in questo mare che, quando butta bene, ha delle onde di venti centimetri. Allora mi vien da pensare che si racconteranno le loro avventure nei mari di tutto il mondo, poi, una volta stanchi di parlare, con le loro tavole sotto il braccio, il vento nei capelli e il sole sugli occhi...scenderanno sul bagnasciuga ad aspettare le onde grosse.
Solo che non vengono mai queste onde grosse, e loro stan lì, ad invecchiare, nell’attesa della Grande Onda. Un’ansia, un’agitazione per questa grande onda che non arriva...Questo bagno dei surfisti come il deserto dei tartari, un logoramento, un’attesa che non finisce mai...eh, ma non è mica possibile, che io quasi quasi spero che venga uno tsunami nell’adriatico, di mercoledì, magari, per regalare ai surfisti emiliano-romagnoli il loro mercoledì da leoni.
Bhèm bambini,
io adesso sono quasi arrivato alla fine del giro, sto guardando i giardini delle signore romagnole, tutti belli, ordinati, con delle statuine di gesso tutte bianche, candide...una bellezza questi giardini, un silenzio, un profumo. Ci sono qui dei signori che nel giardino han messo due scatoline di api, per dire, così la mattina hanno sempre il miele fresco. Una lungimiranza questi signori romagnoli, una parsimonia.
Queste belle case di campagna, di un bello vero, non di un bello restaurato...queste case meravigliose di un bello antico, non di un bello finto antico...con queste tavolate enormi, imbandite all’ombra di un pioppo, un pioppo enorme, frondoso, ombroso da matti, che sotto si sta di un bene, di un fresco...Madonna, sembra di stare sul set di un film di Fellini...che quasi quasi mi fermo. E il bello è che se mi fermo mi dan da bere, da mangiare, mi rifocillano...mi fan dormire all’ombra del pioppo, che poi da lì non mi viene più voglia di alzarmi.
Mi fermo giusto qui, in questo bel paesino all’ombra del rivale, questo paesino che dorme in questa domenica di giugno, con un nome così bello che si chiama il paesino di San Marco. Un bel paesino romagnolo col nome di un santo, un bel santo evangelista, che aveva anche tre amici, tre amici evangelisti anche loro. E in questo bel paesino dove ci passa il fiume, in questa domenica di giugno, io riempio la borraccia 'celeste bianchi' e mi sciacquo la faccia sudata. Una bellezza questa fontana, un luccichìo...sa di fontana antica...l’han messa qui in mezzo all’ombra...circondata dagli alberi, dalle piante...questa fontanina del paesino di San Marco che pare quasi una fonte battesimale, che ci si potrebbero anche battezzare i bambini, per dire. Sto di un bene qui. Un dispiacere, un peccato che non ci sia qui il Pascoli, che con la sua sensibilità, messo di fronte a questa calma domenicale di fine giugno, davanti a una fontanina così, con i piedi immersi in questa verzura profumata...chissà che poesia avrebbe tirato fuori il Pascoli. Io piango sempre quando leggo la cavallina storna, per dire. Ancora adesso, a questa età avanzata. Sarò di animo sensibile, sarà per via della bicicletta, di tutte queste immagini che mi scorrono davanti, boh, chi lo sa.
Bhèm bambini,
io adesso vi metto qui sotto la faccia di un ciclista romagnolo sofferente, che ha l’ansia e l’agitazione dei surfisti emiliano-romagnoli orfani del loro mercoledì da leoni. Tanto ormai ho visto anche la faccia di Baol...e insomma, un abbraccio a lui e uno per uno a tutti voi. Senza litigare, eh.





Che poi, a vederla qui, sembra di un intenso sta foto, di un ricercato...e, invece, è solo frutto di un grande male alla pancia. Davvero eh. Per dire...a volte...le cose. E allora tanto che son qui, un abbraccio lo darei ad una amica che ogni tanto ha male alla pancia, proprio come questo ciclista romagnolo nella foto. E quando il male alla pancia passa, quest’amica, fa delle foto bellissime con una macchina nuova bellissima.


Ma, senza che nessuno se ne abbia a male, l’abbraccio più grande è per la signorina H. La signorina H. è una signorina a cui non si può volere che bene. Ha dei problemi con le domeniche. Anche quelle di giugno.